Il cloud in Italia secondo HP: si conosce ma non è ancora così diffuso

Written By Kom Limpulnam on Kamis, 12 Juni 2014 | 15.10

Di cloud si parla e discute molto in Italia, ma le aziende che scelgono di utilizzare questi strumenti non sono ancora così numerose. E' un mix di interesse e anche conoscenza, abbinata ad una diffidenza di fondo: in questo modo Andrea Monaci, Marketing Director Cloud, Europe, Middle East & Africa di HP, descrive l'adozione del cloud nella nostra nazione.

Alla base un'esigenza che sembra tipica delle realtà nazionali e che non trova riscontro in altre nazioni europee: quella di non essere pronti ad abbracciare con entusiasmo quelle iniziative, come lo è per molti versi il cloud, che sulla carta danno benefici in termini di costo ma che richiedono investimenti iniziali e un po' di tempo per generare un ritorno chiaro e quantificabile per l'azienda.

Il cloud è al momento attuale una grande opportunità, ben compresa dal punto di vista del funzionamento dalle realtà italiane ma non ancora del tutto abbracciata. La volontà delle aziende nazionali è sicuramente quelle di bilanciare efficienza e contenimento dei costi ma per ottenere questo risultato non si è sempre disposti ad una fase di investimento interno. Per sfruttare appieno i vantaggi del cloud, pertanto, le aziende devono entrare nell'ottica di investire a breve e magari non attendersi un immediato ritorno in termini di riduzione dei costi.

E' questa una dinamica simile a quanto abbiamo visto anche nel settore delle soluzioni di calcolo ed elaborazione, dove si è passati da un approccio con un server per applicazione al proliferare della virtualizzazione a meglio sfruttare l'hardware a disposizione, poco importi che sia fisicamente dell'azienda o preso come servizio da fornitori. Siamo ora ad una ulteriore fase, ben esemplificata da project Moonshot: quella di sistemi che abbinano elevata densità ei elaborazione a costi di gestione contenuti, ma che per fornire questi benefici devono necessariamente essere abbinati ad applicazioni adatte e scalate su grandi numeri.

Il web hosting e i servizi VDI sono due esempi chiari ma altri sono gli ambiti adattabili ai microserver: serve però che sia la singola azienda a voler investire dotandosi di queste strutture, cercando di guardare al beneficio di lungo termine più che al ritorno di brevissimo periodo. Niente altro quindi che quanto limita, almeno nel nostro territorio, la diffusione del cloud tra le aziende.

Come proporre il cloud ai propri clienti? E' indispensabile verificare quale sia il tipo di workload del cliente, cioè di pacchetto di applicazioni eseguite, e come questo possa venir adattato al contesto cloud tra le varie opzioni a disposizione. Per aiutare i clienti in questa fase di verifica HP ha sviluppato un proprio processo interno, chiamato Transformation Workshop, che opera proprio in questa direzione: fondamentale in questo l'approccio ibrido al cloud portato avanti da HP, per la quale non esiste una soluzione univoca che valga per tutte le necessità.


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